Certificazione Competenze

Certificazione & Validazione Competenze

Il management di L.U.C.E. intende perseguire l’obiettivo  di creare un centro Universitario di eccellenza che possa  collaborare con le Università Italiane e del resto d’EUROPA  promuovendo ,  con accordi ufficiali con le Università Partners, corsi di laurea e Master, riconosciuti in Italia  in ossequio alla Convenzione di Lisbona,  conformi al prestigioso modello educativo sancito dai Principi della Convenzione ONU e i 10 PRINCIPI UNAI.

Per il raggiungimento di tale scopo L.U.C.E. garantisce  l’esperienza del proprio management svolge la sua  attività nei settori della:

Formazione e Certificazione delle Competenze:

Vantaggi & Opportunità

1

La possibilità per il lavoratore di vedere riconosciute e valorizzate anche quelle competenze da lui possedute inconsapevolmente ed altrettanto inconsapevolmente da questi utilizzate sul posto di lavoro a vantaggio della  produzione e della competitività, contribuendo così anche a creare un utile  raccordo con le figure professionali dei contratti, nell’ottica di un continuo  aggiornamento reciproco.

2

Prevedere modalità operative che consentano un costante adeguamento degli standard così individuati alla realtà del mondo del lavoro.

3

Attuando la definitiva implementazione del libretto formativo del cittadino, impegnando soprattutto Regioni e parti sociali a verificare all’interno di percorsi formativi reali, finanziati dal FSE, dai Fondi interprofessionali o da altre  risorse, la congruità dei primi esiti dei lavori fin qui sviluppatisi nelle  diverse sedi che se ne sono occupate.

4

Individuando modalità efficaci perché le tematiche qui trattate escano dalla cerchia ristrettissima degli addetti ai lavori e costituiscano gradualmente un tema centrale per una più forte sinergia tra formazione e lavoro.

5

Facendo emergere e applicare le leggi esistenti che non possono sottostare all’Accordo Stato Regioni secondo le più elementari norme delle fonti del diritto. La Certificazione Nazionale delle Competenze non può pertanto essere  disconosciuta o inapplicata rispetto alla Certificazione Regionale delle  Entrambe le certificazioni vanno applicate anche se in ambiti  diversi, soprattutto  considerato che l’Accordo tra Regioni  non può avere lo stesso valore di una Legge Nazionale o di una Decisione Europea.

Cosa sono le Competenze e la relativa Certificazione

Nel 2006 il Parlamento europeo e il Consiglio d’Europa stabiliscono che tutti i Paesi dell’Unione, pur con modalità e strategie diverse, assumano le competenze come punto di riferimento per valutare e certificare i profili di professionalità e per organizzare i curricoli dei sistemi scolastici e formativi.

Nella definizione dell’EQF (European Qualifications Framework – Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli), le competenze “indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale1”.

Le competenze si distinguono dalle conoscenze e dalle abilità perché presuppongono autonomia e responsabilità: chi impara per competenze coniuga conoscenze ed esperienze, integra il pensiero con l’azione, mobilita le competenze che precedentemente aveva sviluppato, si ingegna a costruire il proprio sapere; ma soprattutto impara a scegliere e a decidere, facendosi carico delle decisioni e delle conseguenze che derivano dalle sue scelte.

La competenza si apprende anche per errori e per approssimazioni, riflettendo sull’errore per superarlo, pilotando l’efficacia e la direzione del proprio agire.

Pensiamo, per esempio, all’acquisizione delle competenze comunicative e linguistiche: il bambino impara a parlare parlando, non impara prima le parole e le regole grammaticali e poi le mette in pratica. 

Impara sbagliando: solo correggendosi sul piano linguistico affina lo scopo comunicativo della parola; l’errore è un potente motore riflessivo.

In sintesi, la competenza si apprende in situazione e dall’esperienza. È un agire riflessivo che si fonda sui saperi e sulle conoscenze che l’allievo non solo ha appreso passivamente, ma di cui ha fatto esperienza reale, concreta, vissuta. Così l’allievo riconosce e affina lo scopo del suo agire, costruisce il senso del suo essere nel mondo.

Le competenze nelle indicazioni nazionali

Le indicazioni nazionali per il curricula dei cittadini della scuola per l’infanzia e del primo ciclo di istruzione (4 settembre 2012) segnano l’ingresso nel sistema scolastico delle competenze come obiettivi imprescindibili che danno forma ai traguardi formativi da conseguire al completamento dei diversi gradi dell’istruzione primaria.

Le Indicazioni nazionali portano in primo piano una nuova cultura didattica, che non considera più la scuola come il principale agente educativo e che quindi impone il superamento di tante logiche che ne avevano tradizionalmente caratterizzato l’impostazione.

Si passa:

  • da conoscenze astratte a conoscenze contestualizzate
  • dal sapere teorico e ripetuto al sapere applicato e generativo (competenze)
  • dalla didattica disciplinare all’interdisciplinarietà
  • dalla focalizzazione sui contenuti alla centralità del soggetto che apprende
  • dalla scuola chiusa dentro le sue aule a una scuola aperta alla realtà
  • dai tradizionali modi di apprendere (per ascolto, memorizzazione, ripetizione) a un apprendimento per partecipazione, collaborazione, costruzione
  • da una didattica standardizzata a una personalizzata (ogni studente ha “bisogni educativi speciali”).
  • Questa nuova cultura didattica fa emergere nuovi concetti come:
  • l’apprendimento significativo (versus memorizzazione)
  • la didattica attiva (vs trasmissiva)
  • le risorse per l’apprendimento distribuite nella comunità (vs risorse presenti nel libri di testo e nell’insegnante)
  • l’esperienza degli studenti come risorsa per l’apprendimento (vs conoscenze degli insegnanti come risorsa principale).
  • Per la scuola si delineano nuovi obiettivi quali:
  • la costruzione di significato delle esperienze vissute
  • la costruzione di un’identità consapevole e aperta
  • la capacità di imparare a imparare
  • la capacità di monitorare e riflettere
  • l’abilità di pensiero autonomo, critico e plurale
  • l’autonomia, la responsabilità, lo spirito di iniziativa.

Le strategie d’insegnamento e apprendimento si arricchiscono di nuovi approcci come:

  • la sperimentazione (apprendimento per esplorazione e scoperta)
  • la costruzione (learning by doing, compiti autentici)
  • la narrazione (storytelling, apprendimento basato su casi)
  • la ricerca (didattica basata su progetti, anche di comunità)
  • la riflessione (reflective learning)

Riepilogando, il nuovo contesto didattico creato dalle indicazioni nazionali richiede l’utilizzo di strategie di insegnamento che perseguano apprendimenti significativi attraverso una didattica learner-centred, che vede gli studenti costruttori attivi di conoscenza in un processo che li impegna cognitivamente e relazionalmente.

I decreti della certificazione delle competenze

SCUOLA PRIMARIA E SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

Le Indicazioni nazionali del 2012 prevedono che la certificazione delle competenze avvenga “al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, attraverso i modelli che verranno adottati a livello nazionale”. 

Tali modelli sono stati emanati con il D.M. 7 ottobre 2017 n. 742 (allegati A e B) e attualmente in vigore.

Il percorso che ha portato alla definizione del modello nazionale di scheda per la certificazione delle competenze ha visto queste fasi:

  1. nei due anni successivi alle Indicazioni del 2012 ogni scuola è libera di adottare un proprio modello di scheda di certificazione
  2. la Circolare Ministeriale 13 febbraio 2015 n. 3 avvia la sperimentazione del primo prototipo di scheda nazionale:
    • costituito da 12 profili di competenza relativi alle 8 competenze chiave
    • prevede 4 livelli di padronanza per ogni profilo
    • sarà reso obbligatorio a partire dall’a.s. 2016-2017 (con eventuali modifiche a seguito della sperimentazione)
    • accompagnato da linee guida che definiscono le caratteristiche del sistema nazionale di certificazione delle competenze
  3. nell’a.s. 2015-2016 prosegue la sperimentazione, estesa a tutte le scuole
  4. la nota prot. n. 2000 del 23 febbraio 2017 prolunga la sperimentazione al corrente a.s. e propone un nuovo modello sperimentale:
    • costituito dalle 8 competenze chiave seguite dalla descrizione del profilo dello studente
    • prevede 4 livelli di padronanza per ogni profilo
    • accompagnato da linee guida aggiornate che definiscono le caratteristiche del sistema nazionale di certificazione delle competenze
  5. il Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n. 62 stabilisce che la scheda di certificazione delle competenze debba includere anche il livello raggiunto nelle prove a carattere nazionale (INVALSI)
  6. il D.M. 07 ottobre 2017 n. 742 emana la versione finale della scheda nazionale di certificazione delle competenze:
    • costituita dalle 8 competenze chiave seguite dalla descrizione del profilo dello studente
    • prevede 4 livelli di padronanza per ogni profilo
    • comprende la sezione per i livelli conseguiti nelle prove nazionali INVALSI
    • in vigore a partire dall’a.s. 2017-2018.

Linee guida per la certificazione delle competenze

I modelli di scheda nazionale per la certificazione delle competenze sono accompagnati dalle “Linee guida per la certificazione delle competenze” (ultima revisione gennaio 2019).


Il documento ricostruisce lo scenario culturale e pedagogico alla base delle Indicazioni del 2012 e offre una panoramica sulle attività e gli strumenti più efficaci per progettare l’attività didattica in funzione dello sviluppo delle competenze.

Principali caratteristiche del sistema nazionale di certificazione delle competenze:

  • la maturazione delle competenze costituisce la finalità essenziale di tutto il curricolo
  • le competenze da certificare sono quelle contenute nel Profilo dello studente
  • le competenze devono essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali riportati nelle Indicazioni; questi traguardi, che sono da considerare prescrittivi, sono il punto di partenza per la progettazione delle attività didattiche per lo sviluppo delle competenze
  • le competenze sono un costrutto complesso che si compone di conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali
  • le competenze devono essere oggetto di osservazione, documentazione e valutazione
  • la valutazione delle competenze non può essere fatta utilizzando gli strumenti tipici della valutazione delle conoscenze
  • la valutazione si sviluppa lungo tutto il processo didattico e implica la raccolta “in corso d’opera” di documentazione sugli elementi della competenza dimostrata.

Secondo le Linee guida, la certificazione non va intesa “come semplice trasposizione degli esiti degli apprendimenti disciplinari, ma come valutazione complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati”.
Questa capacità è, appunto, la competenza.

“I singoli contenuti di apprendimento sono i mattoni con cui si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone quotidianamente”.

La certificazione delle competenze non sostituisce quindi la valutazione disciplinare, ma la accompagna e la integra: lavorando per valutare le competenze, infatti, si generano tanti dati sugli apprendimenti degli studenti, che consentono di raccogliere elementi anche per la valutazione dei contenuti disciplinari.
D’altra parte, le competenze descritte nel Profilo dello studente si manifestano a partire da risorse conoscitive, cognitive e psicologiche che sarebbe limitativo ricondurre alle sole discipline scolastiche.

Le tante esperienze di apprendimento che sarà necessario attivare a scuola richiederanno il contributo di più discipline: la didattica per competenze implica, infatti, una scomposizione delle discipline rispetto alla loro organizzazione convenzionale e una riorganizzazione della didattica secondo le esigenze delle attività di apprendimento più che quelle della disciplina. Se il principio regolatore è la competenza, la disciplina deve “sacrificarsi” e identificare, competenza per competenza, attività per attività il contributo che essa può dare.

CERTIFICAZIONE POST DIPLOMA E POST LAUREA

1. Le caratteristiche del modello

Preliminarmente alla descrizione delle caratteristiche specifiche del modello di certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali ed informali e delle relative fasi in cui il processo di certificazione si articola, risulta utile descrivere i requisiti generali del modello elaborato ed i principi che ne hanno ispirato la sua realizzazione.

Il modello è stato concepito e successivamente realizzato in funzione di uno specifico obiettivo: strutturare, in un’ottica di valorizzazione del capitale umano e del bagaglio esperienziale individuale, un sistema di certificazione delle competenze acquisite in contesti di apprendimento non formale e informale, quali ad esempio quelli di tipo lavorativo, ma non solo. L’idea di fondo è rappresentata infatti dalla necessità di poter certificare le competenze che un individuo ha maturato nell’arco della sua esistenza, a prescindere dal contesto in cui le ha acquisite, sia esso un contesto lavorativo/professionale, un’attività personale, un’esperienza comunque realizzata.

Il processo di certificazione delle competenze qui elaborato, quindi, non è un processo di apprendimento delle competenze, bensì un processo di apprendimento sulle competenze già possedute ma non sempre espresse e consapevoli. Questo può dunque essere considerato un processo che aiuta a passare dall’implicito all’esplicito, dal tacito inconsapevole al dichiarato consapevole.

La condizione necessaria per poter sviluppare un modello di certificazione è quello di avere un framework di riferimento delle competenze da certificare che, nel caso specifico, è rappresentato dal Quadro Regionale degli Standard Professionali.

Coerentemente con tale impostazione, l’approccio che si è preferito adottare nell’elaborazione del modello di certificazione, in quanto ritenuto più utile ed efficace, è quello per competenza piuttosto che per profilo.

Le motivazioni che hanno indotto all’adozione di questo approccio sono molteplici:

  • garantisce una maggiore adattabilità rispetto ai diversi contesti in cui le competenze vengono esercitate. Per citare l’esempio del macellaio, non è vero che le competenze sono sempre le stesse, a prescindere dal contesto di riferimento. Ad esempio il titolare di una macelleria ha, rispetto ad un dipendente del reparto macelleria di un supermercato, delle competenze ulteriori rispetto a quelle di tipo tecnico/specialistico (ad es. saper tagliare la carne, affilare i coltelli, ), legate a capacità gestionali (aspetti amministrativi ecc.).
  • consente inoltre al soggetto, in un’ottica di messa a valore di tutte le competenze comunque acquisite lungo tutto l’arco della propria vita, di poter ricostruire in maniera più flessibile la propria professionalità valorizzando anche le ulteriori competenze eventualmente possedute dal soggetto ed acquisite anche fuori dal contesto.
  • garantisce un maggior grado di flessibilità rispetto ai mutamenti sempre più rapidi, che interessano vari ambiti professionali, degli scenari lavorativi e quindi delle competenze richieste dal mercato.
  • infine consente di non precludere la possibilità di una certificazione per l’intero profilo di riferimento in quanto questa sarà il risultato della certificazione dell’insieme delle competenze afferenti a quel dato profilo.

 

Ulteriore caratteristica peculiare del modello è rappresentata dalla sua flessibilità. Ciò significa che esso può essere applicato a tutte le tipologie di competenza contenute nel frame work di riferimento, siano esse afferenti ad attività di tipo manuale/operativo/artigianale, che ad attività di tipo organizzativo/gestionale/intellettuale. Il principio di fondo su cui è imperniato l’intero modello di certificazione è quello secondo cui la competenza è “certificabile” quando è riconoscibile attraverso “comportamenti osservabili”. Coerentemente a ciò il modello di certificazione è imperniato sul concetto di evidenza inteso come elemento documentale in grado di fornire la prova circa il possesso di una data competenza.

2. Il Processo di certificazione

Il processo che, a partire dalla individuazione della/e competenza/e da certificare, conduce fino alla verifica circa il possesso della/e stessa/e, si articola in 5 differenti fasi:

  1. Presentazione della domanda
  2. Valutazione preliminare della domanda attraverso la verifica della documentazione e della sua coerenza con la/e competenza/e da certificare
  3. Costruzione e consegna del portfolio delle evidenze
  4. Assessment
  5. Rilascio della certificazione (in caso di esito positivo)

Ciascuna di queste fasi si articola in specifici passi che vengono di seguito illustrati dettagliatamente con descrizione delle attività previste, dei diversi soggetti coinvolti, degli strumenti utilizzati, degli output prodotti. Per quanto riguarda in particolare gli attori che intervengono nelle diverse fasi del processo, sono state predisposte (vedi allegati) schede descrittive in cui vengono dettagliate le attività che essi sono chiamati a svolgere e le competenze necessarie, descritte in termini di abilità e conoscenze.

Fase 1: Presentazione della Domanda

L’input all’attivazione dell’intero processo è rappresentato dalla presentazione da parte del soggetto interessato, presso una struttura accreditata per i Servizi per il lavoro (di seguito SPL), di una formale richiesta di certificazione di una o più competenze. Esse sono preliminarmente individuate dal candidato, sulla base del framework di riferimento (QRSP). Come precedentemente accennato, il candidato può scegliere di richiedere la certificazione per un intero profilo professionale oppure per singole competenze. Una volta determinato l’oggetto della certificazione, il primo passo consiste nella produzione di un CV formato Europass e di una scheda individuale in cui vengono elencate tutte le esperienze maturate, sia di tipo formale (corsi di formazione, titoli di studio, ecc.) sia di tipo informale (esperienze professionali, attività personali, ecc.). Tale curriculum esperienziale viene allegato alla formale richiesta di certificazione.

In questa fase, al fine di una corretta compilazione della documentazione e di una coerente individuazione della competenza da certificare, il candidato può richiedere assistenza attraverso un colloquio “orientativo” con l’addetto all’accoglienza e informazione degli utenti della struttura.

Al momento della presentazione della domanda il candidato è tenuto ad effettuare il versamento di una prima tranche per il pagamento del servizio, attinente ai diritti di segreteria per la valutazione della domanda, che includono anche l’eventuale colloquio di orientamento (da valutare in fase di sperimentazione se e come il prezzo varia a seconda che ci si candidi per una sola competenza, per più competenze, o per un intero profilo professionale).

Output:

  • Il portfolio delle esperienze: scheda Individuale + CV formato
  • Domanda di certificazione

Strumenti:

  • Quadro Regionale Standard Professionali
  • Scheda individuale + CV europeo
  • Format domanda di certificazione (tutti i documenti saranno fruibili online)

Fase 2: Valutazione preliminare della domanda

Una volta inoltrata la domanda al SPL, inizia la seconda fase del processo, in cui interviene la figura del Responsabile della Certificazione che effettua una prima valutazione della richiesta di certificazione in termini di coerenza fra la documentazione prodotta e la competenza/e prescelta/e. L’esito di tale verifica viene comunicata al candidato il quale, in caso di valutazione positiva, viene convocato per un incontro finalizzato alla descrizione dei successivi passi funzionali al raggiungimento della certificazione e dei metodi e degli strumenti da utilizzare per la raccolta delle evidenze. In caso di esito sfavorevole circa la domanda di certificazione, invece, è previsto un colloquio orientativo (tutoring e counseling orientativo) per fornire al candidato un supporto finalizzato ad una scelta più efficace e coerente con il proprio background.

In questa fase il Responsabile della certificazione può essere coadiuvato da uno staff di segreteria.

(vedi nota Clementina) Inoltre è facoltà del candidato richiedere l’intervento di un tutor con una funzione di supporto ed accompagnamento lungo il percorso di raccolta e costruzione delle evidenze. Il tutor può essere individuato all’interno del SPL oppure esternamente, ma in nessun caso potrà coincidere con il soggetto deputato all’assessment finale.

Nel caso di richiesta di assistenza da parte di un TUTOR, il relativo pagamento per il servizio verrà effettuato al momento della richiesta

Output:

Comunicazione via posta/mail dell’esito della valutazione preliminare e convocazione per il colloquio di avviamento del processo di certificazione vero e proprio.

Strumenti:

  1. Atto di nomina del tuor (eventuale): contratto, incarico etc (nel caso di utilizzo di risorsa esterna)
  2. Documento di comunicazione dell’esito della valutazione (il formato verrà definito in fase di sperimentazione del modello)

Fase 3: Costruzione e consegna del portfolio delle evidenze

A valle del colloquio di orientamento in cui il candidato apprende le modalità operative del percorso di certificazione, inizia la fase di costruzione del portfolio dell’evidenze. In sostanza il candidato individua, rispetto alla competenza oggetto della certificazione, uno o più progetti/esperienze realizzate, nel cui ambito la competenza è stata esercitata e sviluppata. Nello specifico, avvalendosi degli strumenti appositamente predisposti come ausilio al candidato in tale attività, egli/ella dovrà descrivere come le competenze ed i relativi elementi costitutivi (abilità e conoscenze) siano state esercitate. Dovrà quindi specificare nella sua descrizione il contesto di esercizio della competenza, metodi e strumenti utilizzati, ruolo svolto, ecc. Tale documento può essere elaborato in forma scritta oppure orale (vedi allegato 5 “Guida alla Costruzione del Portfolio evidenze”) Al documento in questione il candidato dovrà poi allegare le principali evidenze (ossia le prove che dimostrano l’effettivo esercizio delle competenze descritte) che sarà in grado di raccogliere. Le evidenze e la scheda di descrizione rappresentano il portfolio del candidato.

Per ciascuna competenza infatti sono descritti i relativi indicatori, ossia i requisiti minimi o parametri in virtù dei quali si può stabilire il possesso di una data competenza. A titolo esemplificativo, sono stati descritti gli indicatori relativi alle competenze di 3 distinte figure professionali contenute nel Quadro Regionale: Formatore, Installatore Pannelli fotovoltaici, Consulente per la sicurezza informatica (vedi All. 8). Gli indicatori guidano pertanto nella stesura del documento descrittivo e nella costruzione delle prove.

Gli indicatori devono essere costruiti in modo tale da permettere anche a coloro che al momento della richiesta della certificazione non lavorano, di dimostrare una o più competenze acquisite in momenti passati della loro vita professionale oppure maturate in contesti di apprendimento informali diversi da quelli di tipo lavorativo. Coerentemente, si parla di indicatori di “competenza” più che di indicatori di “performance” (che tecnicamente richiamano ai risultati conseguiti lungo processi di lavoro), in quanto essi sono riferiti direttamente alla competenza e sono individuati indipendentemente dal contesto di esercizio e di acquisizione della stessa.

Inoltre, attraverso gli indicatori e le relative evidenze, le competenze vengono collegate ai livelli del Quadro europeo delle Qualifiche. Nello specifico, le dimensioni di analisi prese in considerazione per collegare la competenza ai livelli EQF sono le seguenti:

  • Complessità del contesto/progetto/processo/attività;
  • Tipologia di attività / problemi da affrontare (noti; specifici; astratti);
  • Livello di autonomia;
  • Presidio di cambiamenti (presenza; prevedibilità; imprevedibilità)
  • Livello di responsabilità (attività personali; svolte da altri)
  • Livello di consapevolezza;
  • Tipologia / ampiezza di conoscenza (specialistico, “fattuale”, teoretico);

La fase di costruzione del portfolio delle evidenze si conclude con la consegna della documentazione al SPL.

Al termine di tale fase il candidato dovrà effettuare il pagamento della seconda tranche per il servizio di certificazione.

Output:

Portfolio delle evidenze: prove + documentazione descrittiva (orale o scritta).

Strumenti:

Format e standard per costruire/raccogliere le evidenze.

Fase 4: Assessment

La fase di assessment finale, ossia di verifica circa l’effettivo possesso della competenza dichiarata dal candidato, si articola in una serie di step che hanno l’obiettivo di rispondere alla duplice esigenza di certezza ed oggettività (riducendo il più possibile l’inevitabile elemento di soggettività tipico di ogni giudizio) della verifica. In tale fase sono coinvolti sia l’assessor nominato dal SPL in qualità di esperto di contenuto, sia il Responsabile della Certificazione in qualità di esperto del procedimento e garante del corretto funzionamento dei meccanismi procedurali.

Il primo step è rappresentato da una verifica di tipo formale, in capo al Responsabile della Certificazione, circa la conformità della documentazione prodotta rispetto ai requisiti di forma previsti per la raccolta delle evidenze (ad es. documenti leggibili, registrazione chiara, ecc.) .

Se la documentazione risulta idonea, il SPL nomina l’assessor e fissa la data dell’assessment, comunicandola al candidato

In caso contrario, richiede al candidato un’integrazione, entro un termine fissato,   relativamente agli aspetti ritenuti inadeguati.

Terminata la valutazione di tipo formale, si passa al vero e proprio assessment, ossia alla valutazione di merito, finalizzata a verificare il possesso da parte del candidato della competenza per cui ha richiesto la certificazione.

La fase di valutazione di merito si articola a sua volta in due sottofasi.

In una prima sotto-fase il giudizio dell’assessor avrà ad oggetto la documentazione prodotta e raccolta nel portfolio delle evidenze. Il valutatore si avvarrà di una scheda di valutazione della documentazione (vedi allegato).

Terminata la verifica sostanziale della documentazione prodotta, si passa alla seconda sottofase, ossia alla verifica in presenza, che potrà essere strutturata in modalità differenti (ad esempio colloquio con il candidato, prova pratica, prova scritta, test, ecc.).La scelta del tipo di assessment dipenderà dal tipo di competenza/e da certificare, ma anche dall’esito della valutazione sulla documentazione. Infatti, a fronte di possibili lacune, l’assessor potrà decidere eventuali approfondimenti con prove ad hoc. Anche nell’assessment in presenza l’assessor è tenuto ad utilizzare uno strumento attraverso il quale potrà articolare il suo giudizio in funzione di parametri oggettivi di valutazione.

Nel caso in cui la certificazione abbia ad oggetto un intero profilo, tutte le competenze ad esso collegate devono risultare idonee. In caso contrario verranno certificate solo le competenze ritenute idonee, e il candidato dovrà ripetere il processo di certificazione per le altre.

Output:

  • Report di valutazione da parte dell’assessor

Strumenti:

  • Check-list degli indicatori per la valutazione delle evidenze
  • Chek-list degli indicatori per la valutazione in presenza
  • Format report di valutazione

Fase 5: Rilascio della Certificazione

Il primo step è rappresentato da una verifica di tipo formale, in capo al Responsabile della Certificazione, circa la conformità della documentazione prodotta rispetto ai requisiti di forma previsti per la raccolta delle evidenze (ad es. documenti leggibili, registrazione chiara, ecc.) .

Se la documentazione risulta idonea, il SPL nomina l’assessor e fissa la data dell’assessment, comunicandola al candidato

In caso contrario, richiede al candidato un’integrazione, entro un termine fissato,   relativamente agli aspetti ritenuti inadeguati.

Terminata la valutazione di tipo formale, si passa al vero e proprio assessment, ossia alla valutazione di merito, finalizzata a verificare il possesso da parte del candidato della competenza per cui ha richiesto la certificazione.

La fase di valutazione di merito si articola a sua volta in due sottofasi.

In una prima sotto-fase il giudizio dell’assessor avrà ad oggetto la documentazione prodotta e raccolta nel portfolio delle evidenze. Il valutatore si avvarrà di una scheda di valutazione della documentazione (vedi allegato).

Terminata la verifica sostanziale della documentazione prodotta, si passa alla seconda sottofase, ossia alla verifica in presenza, che potrà essere strutturata in modalità differenti (ad esempio colloquio con il candidato, prova pratica, prova scritta, test, ecc.).La scelta del tipo di assessment dipenderà dal tipo di competenza/e da certificare, ma anche dall’esito della valutazione sulla documentazione. Infatti, a fronte di possibili lacune, l’assessor potrà decidere eventuali approfondimenti con prove ad hoc. Anche nell’assessment in presenza l’assessor è tenuto ad utilizzare uno strumento attraverso il quale potrà articolare il suo giudizio in funzione di parametri oggettivi di valutazione.

Nel caso in cui la certificazione abbia ad oggetto un intero profilo, tutte le competenze ad esso collegate devono risultare idonee. In caso contrario verranno certificate solo le competenze ritenute idonee, e il candidato dovrà ripetere il processo di certificazione per le altre.

Output:

  • Report di valutazione da parte dell’assessor

Strumenti:

  • Check-list degli indicatori per la valutazione delle evidenze
  • Chek-list degli indicatori per la valutazione in presenza
  • Format report di valutazione

3. Gli strumenti a supporto del processo di certificazione

Nei prossimi paragrafi saranno descritti sinteticamente i principali strumenti che caratterizzano il modello di certificazione qui elaborato. Essi sono:

  • Il framework di riferimento delle competenze: il Quadro Regionale degli Standard Professionali
  • Il Portfolio delle esperienze composto dalla scheda individuale
  • Curriculum Vitae formato EUROPASS
  • Il format di “Guida alla Costruzione del Portfolio evidenze”, che il candidato utilizza per descrivere, in forma scritta o orale, almeno un progetto/esperienza nel cui ambito le competenze oggetto di certificazione ed i relativi elementi costitutivi (conoscenze e abilità) siano state esercitate (specificando il contesto di utilizzo, metodi e strumenti utilizzati, ecc.) Al documento di descrizione, il candidato allegherà le principali evidenze che dimostrano l’effettivo esercizio delle competenze descritte.

I formati necessari alla valutazione delle competenze dei candidati:

  1. Griglia di valutazione delle evidenze: per valutare la documentazione prodotta dal candidato;
  2. Griglia di valutazione in presenza: per l’assessment in presenza.

1. Il framework delle competenze di riferimento: il Quadro Regionale degli Standard Professionali della Lombardia

La certificazione delle competenze richiede un framework o standard di riferimento delle competenze che si vogliono certificare. La certificazione delle competenze di un candidato, infatti, si basa sul confronto tra le competenze dichiarate e dimostrate e quelle definite dallo standard. Se il confronto è positivo, ovvero esiste una conformità tra le competenze accertate e quelle di riferimento, allora il processo di certificazione va a buon fine e il candidato può ottenere la certificazione. Nel caso in cui, invece, questa corrispondenza non venga riscontrata, il candidato non risulta idoneo ad essere certificato.

Il Framework, oltre ad essere indispensabile in fase di assessment finale, risulta necessario anche quando il candidato fa domanda all’Ente di certificazione per essere certificato in una data area di competenza. In questa fase preliminare, infatti, il candidato potrà selezionare dal Framework di riferimento la competenza o le competenze o il profilo professionale per cui intende chiedere la certificazione. Il primo confronto si realizza dunque nel momento in cui il candidato analizza il framework ed individua l’insieme di competenze in cui si riconosce e su cui ritiene di poter indirizzare la certificazione.

Nel caso specifico della Regione Lombardia il Framework di riferimento è il Quadro Regionale degli Standard Professionali, che potrà essere rilasciato dai Servizi per il Lavoro o scaricato on line dal sito istituzionale,

per verificare la rispondenza delle competenze possedute o della propria figura professionale agli Standard regionali

Il Quadro Regionale degli Standard Professionali di Regione Lombardia (QRSP), definisce e classifica, declinandoli in competenze (descritte in termini di abilità e conoscenze), l’insieme dei profili professionali presenti nella realtà lavorativa lombarda, raggruppati in 30 macroaree.

Il QRSP è costruito secondo regole coerenti con la definizione del quadro nazionale degli standard professionali ed in linea gli indirizzi e i criteri europei promossi dalla Commissione, in particolare dalla Direzione Education and Culture.

2. Il Portfolio delle Esperienze

Il primo strumento a supporto del processo di certificazione è il “portfolio” delle esperienze, compilato dal candidato in fase di presentazione della domanda di certificazione. Esso sarà costruito dal candidato sulla base:

  1. di un formato ad hoc, rilasciabile dai Servizi per il Lavoro costituito dalla Scheda Individuale;
  2. di un curriculum vitae formato EUROPASS. Il portfolio si sviluppa su due aree:
    • eventuali altre certificazioni conseguite e relativo termine di validità
    • le più significative esperienze professionali e di vita maturate:
      • azienda o contesto professionale,
      • altre esperienze,
      • anni di esperienza,
      • progetti/attività realizzate,relativa durata e ruolo

3. Le costruzione del portfolio delle evidenze

Lo strumento a supporto del processo di certificazione, una volta che la domanda del candidato è stata accettata, è il documento che guida il candidato nella raccolta delle evidenze e nella descrizione della propria esperienza.

Per ogni competenza da certificare, al candidato verrà richiesta la compilazione di una scheda, che, attraverso domande/spunti di riflessione, lo aiuterà a descrivere la propria esperienza attraverso la narrazione. Utilizzando questa pratica, ciascun soggetto potrà ricostruire la propria biografia esperienziale ed individuare, in maniera consapevole, quale documentazione/evidenza fornire a supporto.

Nel caso in cui il candidato voglia ottenere il riconoscimento di una/più competenze o dell’interno profilo professionale, egli dovrà compilare tale documento per ogni competenza selezionata, coerentemente al Quadro Regionale dei Profili Professionali.

In particolare, per ciascuna competenza occorrerà fornire in forma scritta o orale (utilizzando una registrazione o una video-registrazione):

  • Una breve descrizione della competenza selezionata, ovvero cosa il candidato intende con quella competenza, cosa significa per lui/lei.
  • Una descrizione dei contesti in cui il candidato l’ha usata o la usa (progetti, processi, attività; all’interno di gruppi di lavoro o individualmente), ossia in che circostanze occorre
  • Una descrizione di come la competenza per cui si richiede il riconoscimento è stata esercitata in un’esperienza ritenuta significativa dal
  • Una breve descrizione dei metodi e degli strumenti utilizzati a

Ovviamente in sede di sperimentazione del modello, questo strumento troverà applicazione e potrà subire degli aggiustamenti in virtù dell’utilizzo da parte dei candidati e dei feedback ricevuti.

I candidati, come già evidenziato, per ogni competenza descritta dovranno anche fornire almeno una evidenza a dimostrazione che la/e competenza/e è stata davvero esercitata. Le problematiche che in fase di sperimentazione si porranno relativamente alla privacy saranno superate cancellando dalla documentazione presentata ogni tipo di dato sensibile.

4. Gli strumenti per la valutazione

In fase di assessment finale l’assessor si avvarrà dei seguenti strumenti:

  • Una scheda per la valutazione sostanziale (a differenza della valutazione dei requisiti formali in capo al Responsabile della Certificazione) della documentazione orale/scritta e delle evidenze prodotte dal candidato (All. 4: “Griglia di valutazione delle evidenze”)
  • Una scheda per la valutazione dell’assessment in presenza (All. 5 “Griglia di valutazione in presenza“)
  • Le linee guida per la compilazione delle schede di valutazione (a valle della sperimentazione)

Per entrambe le schede di valutazione, i giudizi potranno essere di tipo: 0; 0,5;1 o SI-NO.

Per quanto riguarda la scheda per la valutazione della documentazione prodotta, l’obiettivo dell’assessor sarà quello di verificare che esse siano in grado di soddisfare gli indicatori di competenza/e per cui il candidato richiede la certificazione.

Le dimensione di analisi elencate nella scheda e rispetto alle quali l’assessor dovrà costruire il proprio giudizio sono le seguenti:

  • Complessità del contesto/progetto/processo/attività;
  • Tipologia di attività / problemi da affrontare (noti; specifici; astratti);
  • Livello di autonomia;
  • Presidio di cambiamenti (presenza; prevedibilità; imprevedibilità)
  • Livello di responsabilità (attività personali; svolte da altri)
  • Livello di consapevolezza;
  • Tipologia / ampiezza di conoscenza (specialistico, “fattuale”, teoretico)

Per ogni dimensione identificata, l’assessor potrà compilare una nota, commentando brevemente il giudizio espresso per quelle competenze che non sono risultate idonee dalla lettura della documentazione e che saranno oggetto di approfondimento in sede di valutazione del colloquio orale.

Per quanto riguarda la fase di assessment in presenza, le dimensioni da considerare contenute nella griglia di valutazione sono:

  • Comprensione del problema;
  • Competenze metodologiche;
  • Competenze specifiche;
  • Padronanza del linguaggio

L’assessor, valuterà la reale padronanza delle competenze da certificare.

Le domande poste ai candidati saranno scritte e depositate presso gli uffici dei Servizi per il lavoro accreditati.

In questa seconda fase di valutazione, TUTTE le competenze per cui il candidato si certifica (nel caso di certificazione di un intero profilo professionale) devono risultare idoneamente coperte, pena l’impossibilità di certificare il candidato, che, tuttavia potrà ripresentarsi per le competenze non risultate pienamente possedute entro un tempo stabilito dall’Ente di certificazione.

Ovviamente in sede di sperimentazione del modello, la “Griglia di valutazione in presenza” troverà applicazione e le dimensioni considerate saranno suscettibili di modifiche in virtù dell’utilizzo da parte degli assessor e dei feedback ricevuti.

5. Gli Operatori coinvolti

Gli uffici dei Servizi per il lavoro sono gli Enti accreditati, secondo requisiti specifici previsti dalla Regione Lombardia, per i servizi di certificazione. Tale ente svolgerà le seguenti attività:

  • ricevimento dai candidati delle domande di certificazione
  • attivazione del processo di certificazione
  • gestione del processo
  • rilascio delle certificazioni

All’interno degli uffici dei Servizi per il lavoro accreditati, vari saranno i ruoli coinvolti nelle diverse fasi del processo di certificazione:

  1. Gli Addetti all’accoglienza e informazione: Nella fase di presentazione della domanda gli addetti all’accoglienza e informazione degli utenti riceveranno dai candidati la domanda di certificazione ed il portfolio relativo/i alla/e competenza/e da certificare; terranno, altresì, a colloquio i candidati, qualora questi ne facciano richiesta all’atto della presentazione della domanda e nel caso in cui essi non siano in grado di identificare le competenze o di compilare il CV.
  2. Responsabile della Certificazione:

    Questa figura interviene nella fase di valutazione della domanda da parte dei Servizi per il lavoro e comunicherà al candidato l’ammissione al processo di certificazione vero e proprio e la data del primo appuntamento (descrizione dell’intero processo, dei metodi e degli strumenti per raccogliere le evidenze). Egli interviene anche nella fase di assessment dove, coadiuvato da uno staff di segreteria, avrà anche la responsabilità di:

    • effettuare una verifica formale del portfolio delle evidenze consegnate dai candidati, per valutarne l’adeguatezza rispetto ai format/standard predisposti. In caso contrario, richiederà ai candidati un’integrazione entro un termine fissato
    • fissare la data dell’assessment, comunicandola al candidato
  3. Tutor: la figura che supporterà ed accompagnerà i candidati lungo il percorso di costruzione delle evidenze. Il servizio di tutoring sarà un servizio aggiuntivo messo a disposizione dai Servizi per il Lavoro per coloro che ne facciano richiesta. L’obiettivo sarà quello di aiutare chi richiede la certificazione ad acquisire consapevolezza rispetto al proprio bagaglio esperienziale. Questo processo, attraverso colloqui individuali, sarà finalizzato a formalizzare il know-how posseduto dai candidati (tacito ed esplicito) e si caratterizzerà per essere un processo di apprendimento sulle capacità già possedute e poco riconosciute da chi le possiede. La figura del Tutor sarà trasversale a qualsiasi ambito di competenza; potrà essere interna ai Servizi per il Lavoro oppure un esperto di tutoring e counseling orientativo individuato esternamente; in nessun caso potrà coincidere con la figura che svolgerà l’assessment finale. Per i tutor sarà opportuno prevedere un periodo di training specifico sia sulle caratteristiche del processo di certificazione delle competenze acquisite in contesti di apprendimento non formali e informali sia sul loro ruolo all’interno di questo processo.
  4. Assessor: Gli uffici dei Servizi per il lavoro accreditati avranno la responsabilità di nominare l’assessor. Si tratta si professionisti esperti, riconosciuti nel settore di rispettiva competenza. Essi saranno inseriti nell’elenco regionale degli assessor (su indicazione delle associazioni di categoria) in base al possesso dei requisiti del profilo per loro costruito (All. 6 “Costruzione profili”) e dei livelli di professionalità richiesti (pari ad almeno due livelli EQF in più rispetto a quello posseduto dal candidato); in base a formazione specifica relativa ai processi e ai metodi di valutazione. L’assessor sarà, dunque, un esperto sia di contenuto che di metodo. L’assessor esaminerà i candidati nella fase di valutazione finale ed esprimerà una valutazione di merito sul portfolio delle evidenze prodotte ed una valutazione in presenza, che potrà variare in funzione della tipologia di competenza oggetto della certificazione (colloquio, prova pratica, test). Sia nel primo sia nel secondo caso la valutazione sarà supportata da indicatori.

    Nel caso di certificazione di un profilo tutte le competenze devono risultare idonee al fine della validazione da parte dell’assessor. In caso contrario, il candidato dovrà ripetere il processo di certificazione. Allo scopo di preparare questi esperti sarà opportuno istituire dei percorsi di training ad hoc relativamente ai processi e ai metodi di valutazione, con prove di esame simulate.

  5. L’ente di accreditamento: organismo che accrediterà gli uffici dei Servizi per il lavoro sarà la Regione.

Documenti Utili

I liberi professionisti e i cittadini con oltre 6 anni di esperienza possono sfruttare una grande opportunità per farsi riconoscere, convalidare e validare le esperienze professionali acquisite.

Dopo aver letto, con attenzione, cosa prevedono le procedure per la VALIDAZIONE DELL’ESPERIENZA ACQUISITA (VAE) e per il RICONOSCIMENTO, CONVALIDA E ACCREDITAMENTO (RAV)

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